Se l’interior design è la tua passione e sogni di diventare arredatore d’interni, sappi che per intraprendere con successo la carriera non è necessario essere in possesso di una laurea.
Anzi, sarebbe più corretto affermare che anche avere una laurea spesso non è sufficiente per diventare un professionista della progettazione d’interni. Si tratta, infatti, di una professione ad alto livello di specializzazione, che richiede conoscenze teoriche, pratiche e tutta una serie di competenze trasversali.
Se non ti spaventa l’idea di studiare e lavorare sodo, allora potrebbe essere la strada giusta per te, senza per forza passare per l’università.
Il percorso di studi classico per diventare interior designer
Chiariamo subito un concetto: non c’è nulla di sbagliato nel voler approcciare la professione di interior designer, o arredatore d’interni, con un percorso di studi più tradizionale, che prevede un corso di laurea della durata di qualche anno.
Se occuparti della progettazione d’interni è una delle tante porte che vuoi lasciare aperte in attesa di capire qual è la tua vera ambizione lavorativa, va benissimo frequentare un corso di laurea triennale in architettura o in disegno industriale, ad esempio, e poi decidere per una specializzazione biennale o un master in interior design.
Il vantaggio sarà sicuramente quello di avere una preparazione accademica che spazia la materia a 360°, con la possibilità di scegliere una specializzazione precisa in un secondo momento.
Tuttavia, al di là dei tempi più dilatati e ai costi associati, l’aspetto negativo riguarda le caratteristiche organizzativi legate alla vita accademica: le facoltà di architettura sono spesso a numero chiuso, è consigliabile, se non addirittura indispensabile, frequentare a tempo pieno ed è molto difficile riuscire a coniugare in parallelo il percorso universitario con un lavoro.
Il percorso formativo presso un ente privato: diventa interior designer senza una laurea
In alternativa all’università, potresti optare per un percorso formativo specializzato in design d’interni offerto da un istituto privato. Oggi esistono numerosi corsi presso scuole o enti, organizzati sia in presenza, che online.
Tra le scuole più famose e riconosciute, possiamo citare lo IED, Istituto europeo del design o l’ISIA, l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche, entrambi con sedi in diverse città italiane. Oppure l’UED (Università Europea del Design) a Pescara, che propone un corso triennale in interior design o la Nuova Accademia del Design, che offre master di 1 o 2 a Verona e Milano.
In alternativa, puoi optare per uno dei tanti corsi online, che oltre ad avere un costo piuttosto sostenibile, hanno il grande vantaggio di permettere un’estrema flessibilità rispetto ai tempi di frequenza e di studio.
L’unica accortezza è quella di valutare bene il corso in base ai contenuti proposti, sia da un punto di vista teorico, ma anche pratico e soprattutto di verificare che la certificazione di fine corso sia riconosciuta dalla Regione in cui si intende esercitare.
Tuttavia, è bene sapere fin da subito che per diventare interior design le conoscenze teoriche non sono sufficienti.
Cosa occorre studiare per diventare arredatore d’interni
Proprio per orientare enti privati e istituti nella scelta dei propri programmi formativi, il Consiglio Europeo degli Architetti di interni e designer ha stilato una “Carta” che fissa degli standard internazionali rispetto alle materie di studio e le competenze da sviluppare per intraprendere la carriera di interior designer.
Come anticipato, si tratta di una professione che richiede delle competenze rotonde, che abbracciano più ambiti e conoscenze più e meno tecniche.
Non c’è da stupirsi, quindi, se accanto a materie accademiche più classiche come Arte & Design, Principi dell’architettura moderna e Tecniche grafiche, oltre ovviamente ad argomenti più a focus, come ad esempio Progettazione e arredamento e Studio dei materiali e creazione delle moodboard, troviamo anche tematiche collaterali, ma altrettanto fondamentali, come Bioedilizia o la Domotica.
Inoltre, un professionista che aspira a diventare interior designer, deve conoscere e saper utilizzare programmi e software digitali per la progettazione e la modellazione in 3D, come Sketchup PRO, AutoCAD®, Archicad, o 3D Studio Max, per citare i più conosciuti.
Le competenze trasversali e la sensibilità per la dimensione umana
Nell’immaginario comune, l’interior designer, o arredatore d’interni, lavora spesso con privati per progetti che riguardano per lo più l’arredamento di spazi a uso residenziale. Tuttavia, negli ultimi anni, sempre più spesso, il designer d’interni è chiamato a sviluppare soluzioni d’arredamento anche per attività commerciali come negozi, bar, ristoranti, per luoghi di accoglienza, come hotel e bed & breakfast o musei e luoghi d’arte, fino ad ambienti altamente professionali, come uffici, o strutture ospedaliere e sanitarie.
È facile intuire che non basta una buona predisposizione all’utilizzo di materiali, colori, luci e arredi. Spesso occorre una profonda conoscenza tecnica e normativa dell’ambiente su cui s’intende costruire il progetto, da combinare con un’estrema capacità di ascolto delle esigenze del cliente.
La missione del designer d’interni, infatti, è quella di progettare gli spazi per trovare soluzioni che migliorino la vita delle persone, che siano funzionali ed esteticamente appaganti. Ecco che allora diventa fondamentale anche una spiccata sensibilità per la dimensione umana, intesa come sintesi delle necessità di un essere umano all’interno di uno spazio ben definito.
Diventare arredatore d’interni: Unire la teoria alla pratica
Chi esercita la professione di interior designer può decidere se lavorare come dipendente oppure come libero professionista. Nel primo caso, può trovare impiego in negozi di arredamento, in studi professionali di progettazione o in aziende produttrici di soluzioni di arredamento, con possibilità di guadagno molto interessanti [link all’articolo precedente].
In tutti i casi, il nostro consiglio è di partire affiancando un professionista del settore, con un’esperienza di stage formativo o contratto di apprendistato per acquisire una competenze pratiche e fortemente orientate alla soddisfazione del cliente.
Inoltre, è sempre importante lavorare sul network e fare rete con altri professionisti in ambito di interior design. A questo proposito, è utile fare riferimento alle associazioni di categoria, come, ad esempio, l’AIPi (Associazione Italiana Progettisti d’interni), Aiap, Associazione italiana design della comunicazione visiva, l’ADI, Associazione per il disegno industriale, l’AIS/Design, Associazione italiana degli storici del design, o l’ Aiap, Associazione italiana design della comunicazione visiva.
Poiché l’ambito della progettazione d’interni è un universo ad alta concentrazione di cambiamento e sviluppo, è infine indispensabile un continuo aggiornamento personale, attraverso la lettura di riviste di settore o blog tematici per rimanere al passo con i tempi e intercettare le nuove tendenze o tecnologie.
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